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«Benedetto l’Eterno, l’Iddio d’Abrahamo mio signore, che non ha cessato d’esser benigno e fedele verso il mio signore! Quanto a me, l’Eterno mi ha messo sulla via della casa dei fratelli del mio signore». (H24-16) Sia dunque arbitro l’Eterno, e giudichi fra me e te, e vegga e difenda la mia causa e mi renda giustizia, liberandomi dalle tue mani». Or dunque, signor mio, com’è vero che vive l’Eterno e che l’anima tua vive, l’Eterno t’ha impedito di spargere il sangue e di farti giustizia con le tue proprie mani. Ed ora, i tuoi nemici e quelli che voglion fare del male al mio signore siano come Nabal! E sia benedetto il tuo senno, e benedetta sii tu che m’hai oggi impedito di spargere del sangue e di farmi giustizia con le mie proprie mani! Poiché certo, com’è vero che vive l’Eterno, l’Iddio d’Israele, che m’ha impedito di farti del male, se tu non ti fossi affrettata a venirmi incontro, fra qui e lo spuntar del giorno a Nabal non sarebbe rimasto un sol uomo». Il re disse inoltre a Scimei: «Tu sai tutto il male che facesti a Davide mio padre; il tuo cuore n’è consapevole; ora l’Eterno fa ricadere sul tuo capo la tua malvagità; La sua malizia gli ritornerà sul capo, e la sua violenza gli scenderà sulla testa. ché l’Eterno difenderà la loro causa, e spoglierà della vita chi avrà spogliato loro. «Benedetto sia il Signore, l’Iddio d’Israele, perché ha visitato e riscattato il suo popolo,
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