ma vi riposeranno le bestie del deserto, e le sue case saran piene di gufi; vi faran la loro dimora gli struzzi, i satiri vi balleranno.
Gli sciacalli ululeranno nei suoi palazzi, i cani salvatici nelle sue ville deliziose. Il suo tempo sta per venire, i suoi giorni non saran prolungati.
Ed ecco venir della cavalleria, dei cavalieri a due a due». E quella riprese a dire: «Caduta, caduta è Babilonia! e tutte le immagini scolpite de’ suoi dèi giaccion frantumate al suolo».
Il pellicano e il porcospino ne prenderanno possesso, la civetta ed il corvo v’abiteranno; l’Eterno vi stenderà la corda della desolazione, il livello del deserto.
Quanto ai suoi nobili, non ve ne saran più per proclamare un re, e tutti i suoi principi saran ridotti a nulla.
Nei suoi palazzi cresceranno le spine; nelle sue fortezze, le ortiche ed i cardi; diventerà una dimora di sciacalli, un chiuso per gli struzzi.
Le bestie del deserto vi s’incontreranno coi cani selvatici, il satiro vi chiamerà il compagno; quivi lo spettro notturno farà la sua dimora, e vi troverà il suo luogo di riposo.
Io ridurrò Gerusalemme in un monte di ruine, in un ricetto di sciacalli; e farò delle città di Giuda una desolazione senza abitanti.
Perciò gli animali del deserto con gli sciacalli si stabiliranno quivi, e vi si stabiliranno gli struzzi; nessuno vi dimorerà più in perpetuo, non sarà più abitata d’età in età.
A un tratto Babilonia è caduta, è frantumata. Mandato su di lei alti lamenti, prendete del balsamo pel suo dolore; forse guarirà!
Il re prese a dire: «Non è questa la gran Babilonia che io ho edificata come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?»