Poi Jehu giunse ad Izreel. Izebel, che lo seppe, si diede il belletto agli occhi, si acconciò il capo, e si mise alla finestra a guardare.
Tu vai dal re con dell’olio, e gli rechi dei profumi in quantità, mandi lontano i tuoi ambasciatori, e t’abbassi fino al soggiorno de’ morti.
E tu che stai per esser devastata, che fai? Hai un bel vestirti di scarlatto, un bel metterti i tuoi ornamenti d’oro, un bell’ingrandirti gli occhi col belletto! Invano t’abbellisci; i tuoi amanti ti sprezzano, voglion la tua vita.
Ti fornii d’ornamenti, ti misi dei braccialetti ai polsi, e una collana al collo.
Ti misi un anello al naso, dei pendenti agli orecchi, e una magnifica corona in capo.
Così fosti adorna d’oro e d’argento, e fosti vestita di lino fino, di seta e di ricami; e tu mangiasti fior di farina, miele e olio; diventasti sommamente bella, e giungesti fino a regnare.
E la tua fama si sparse fra le nazioni, per la tua bellezza; poich’essa era perfetta, avendoti io coperta della mia magnificenza, dice il Signore, l’Eterno.
Ma tu confidasti nella tua bellezza, e ti prostituisti in grazie della tua fama, e prodigasti le tue prostituzioni ad ogni passante, a chi voleva.
Tu prendesti delle tue vesti, ti facesti degli alti luoghi parati di vari colori, e quivi ti prostituisti: cose tali, che non ne avvennero mai, e non ne avverranno più.