Allora Abigail prese in fretta duecento pani, due otri di vino, cinque montoni allestiti, cinque misure di grano arrostito, cento picce d’uva secca e duecento masse di fichi, e caricò ogni cosa su degli asini.
Or v’era un servo della casa di Saul, per nome Tsiba, che fu fatto venire presso Davide. Il re gli chiese: «Sei tu Tsiba?» Quegli rispose: «Servo tuo».
Il re gli disse: «V’è egli più alcuno della casa di Saul, a cui io possa far del bene per amor di Dio?» Tsiba rispose al re: «V’è ancora un figliuolo di Gionathan, storpiato dei piedi».
Il re gli disse: «Dov’è egli?» Tsiba rispose al re: «E’ in casa di Makir, figliuolo di Ammiel, a Lodebar».
Allora il re lo mandò a prendere in casa di Makir, figliuolo di Ammiel, a Lodebar.
E Mefibosheth, figliuolo di Gionathan, figliuolo di Saul venne da Davide, si gettò con la faccia a terra e si prostrò dinanzi a lui. Davide disse: «Mefibosheth!» Ed egli rispose:
«Ecco il tuo servo!» Davide gli disse: «Non temere, perché io non mancherò di trattarti con bontà per amor di Gionathan tuo padre, e ti renderò tutte le terre di Saul tuo avolo, e tu mangerai sempre alla mia mensa».
Mefibosheth s’inchinò profondamente, e disse: «Che cos’è il tuo servo, che tu ti degni guardare un can morto come son io?»
Allora il re chiamò Tsiba, servo di Saul, e gli disse: «Tutto quello che apparteneva a Saul e a tutta la sua casa io lo do al figliuolo del tuo signore.
Tu dunque, coi tuoi figliuoli e coi tuoi servi, lavoragli le terre e fa’ le raccolte, affinché il figliuolo del tuo signore abbia del pane da mangiare; e Mefibosheth, figliuolo del tuo signore, mangerà sempre alla mia mensa». Or Tsiba avea quindici figliuoli e venti servi.
Tsiba disse al re: «Il tuo servo farà tutto quello che il re mio signore ordina al suo servo». E Mefibosheth mangiò alla mensa di Davide come uno dei figliuoli del re.
Or Mefibosheth avea un figliuoletto per nome Mica; e tutti quelli che stavano in casa di Tsiba erano servi di Mefibosheth.
Mefibosheth dimorava a Gerusalemme perché mangiava sempre alla mensa del re. Era zoppo d’ambedue i piedi.
E come Davide fu giunto in vetta al monte, al luogo dove si adora Dio, ecco farglisi incontro Hushai, l’Arkita, con la tunica stracciata ed il capo coperto di polvere.