E Lea disse: «Me felice! ché le fanciulle mi chiameranno beata. Perciò gli pose nome Ascer.
Tuttodì l’onta mia mi sta dinanzi, e la vergogna mi cuopre la faccia
all’udire chi mi vitupera e m’oltraggia, al vedere il nemico ed il vendicativo.
«Molte donne si son portate valorosamente, ma tu le superi tutte»!
Quale un giglio tra le spine, tale è l’amica mia tra le fanciulle.
O mia colomba, che stai nelle fessure delle rocce, nel nascondiglio delle balze, mostrami il tuo viso, fammi udire la tua voce; poiché la tua voce è soave, e il tuo viso è bello.
Io dormivo, ma il mio cuore vegliava. Sento la voce del mio amico, che picchia e dice: «Aprimi, sorella mia, amica mia, colomba mia, o mia perfetta! Poiché il mio capo e coperto di rugiada e le mie chiome son piene di gocce della notte».
Che è dunque, l’amico tuo, più d’un altro amico, o la più bella fra le donne? Che è dunque, l’amico tuo, più d’un altro amico, che così ci scongiuri?
L’amico mio è bianco e vermiglio, e si distingue fra diecimila.
Ma chi si unisce al Signore è uno spirito solo con lui.
V’è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo,
camminate nell’amore come anche Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio, qual profumo d’odor soave.
affin di santificarla, dopo averla purificata col lavacro dell’acqua mediante la Parola,