Davanti a lui un fuoco divora, e dietro a lui divampa una fiamma; prima di lui, il paese era come un giardino d’Eden; dopo di lui, è un desolato deserto; nulla gli sfugge.
A vederli, paion cavalli, e corron come de’ cavalieri.
Si fa come uno strepito di carri, quando saltano sulle vette de’ monti; fanno un crepitìo di fiamma che divora la stoppia; son come un popolo poderoso, schierato in battaglia.
Davanti a loro i popoli sono in angoscia, ogni volto impallidisce.
Corrono come uomini prodi, dànno la scalata alle mura come gente di guerra; ognuno va diritto davanti a sé, e non devìa dal proprio sentiero;
nessuno sospinge il suo vicino, ognuno avanza per la sua strada; si slanciano in mezzo ai dardi, non rompon le file.
Invadono la città, corrono sulle mura; montano sulle case, entrano per le finestre come un ladro.
Io vi ho colpito di ruggine e di carbonchio; le locuste han divorato i vostri numerosi giardini, le vostre vigne, i vostri fichi, i vostri ulivi; ma voi non siete tornati a me, dice l’Eterno.
Il Signore, l’Eterno, mi diede questa visione: ecco che egli formava delle locuste al primo spuntar delle guaime: era il guaime dopo la falciatura per il re.
E quand’esse ebbero finito di divorare l’erba della terra, io dissi: «Signore, Eterno, deh, perdona! Come potrebbe sussistere Giacobbe piccolo com’egli è?»