Io sarò per lui un padre, ed egli mi sarà figliuolo; e, se fa del male, lo castigherò con verga d’uomo e con colpi da figli d’uomini,
Ma quando il Signore avrà compiuta tutta l’opera sua sul monte di Sion e a Gerusalemme, io, dice l’Eterno, punirò il re d’Assiria per il frutto della superbia del cuor suo e dell’arroganza de’ suoi sguardi alteri.
La luce d’Israele diventerà un fuoco, e il suo Santo una fiamma, che arderà e divorerà i suoi rovi ed i suoi pruni in un sol giorno.
E’ vero, o Eterno; i re d’Assiria hanno devastato tutte quelle nazioni e le loro terre,
E l’angelo dell’Eterno uscì e colpì, nel campo degli Assiri, cento ottantacinquemila uomini; e quando la gente si levò la mattina, ecco ch’eran tanti cadaveri.
Allora Sennacherib, re d’Assiria, levò il suo campo, partì e tornò a Ninive, dove rimase.
E avvenne che, com’egli stava prostrato nella casa di Nisroc, suo dio, Adrammelec e Saretser, suoi figliuoli, l’uccisero a colpi di spada, e si rifugiarono nel paese d’Ararat. Ed Esarhaddon, suo figliuolo, regnò in luogo suo.
E diranno: «Venite, torniamo all’Eterno perch’egli ha lacerato, ma ci risanerà; ha percosso, ma ci fascerà.
In due giorni ci ridarà la vita; il terzo giorno ci rimetterà in piedi, e noi vivremo alla sua presenza.
Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria,