E Maria, la profetessa, sorella d’Aaronne, prese in mano il timpano, e tutte le donne usciron dietro a lei con de’ timpani, e danzando.
La mia cetra non dà più che accenti di lutto, e la mia zampogna voce di pianto.
O Dio, ristabiliscici, fa’ risplendere il tuo volto, e saremo salvati.
La cetra, il saltèro, il tamburello, il flauto ed il vino, ecco i loro conviti! ma non pongon mente a quel che fa l’Eterno, e non considerano l’opera delle sue mani.
Vaneggiano al suon del saltèro, s’inventano strumenti musicali come Davide;
bevono il vino in larghe coppe e s’ungono con gli oli più squisiti, ma non s’addolorano per la ruina di Giuseppe.