Paure lo atterriscono d’ogn’intorno, lo inseguono, gli stanno alle calcagna.
Su tutte le alture del deserto giungono devastatori, perché la spada dell’Eterno divora il paese da un’estremità all’altra; nessuna carne ha pace.
Se esco per i campi, ecco degli uccisi per la spada; se entro in città, ecco i languenti per fame; perfino il profeta, perfino il sacerdote vanno a mendicare in un paese che non conoscono.
E il giorno seguente, Pashur fe’ uscire Geremia di carcere. E Geremia gli disse: «L’Eterno non ti chiama più Pashur, ma Magor-Missabib.
Tu hai convocato, come ad un giorno di festa solenne, i miei terrori da tutte le parti; e nel giorno dell’ira dell’Eterno non v’è stato né scampato né fuggiasco, quelli ch’io avevo accarezzati e allevati, il mio nemico li ha consumati!»
chi sarà sulla terrazza non scenda per toglier quello che è in casa sua;