O Ieshurun, nessuno è pari a Dio che, sul carro dei cieli, corre in tuo aiuto, che, nella sua maestà, s’avanza sulle nubi:
Te felice, o Israele! Chi è pari a te, un popolo salvato dall’Eterno, ch’è lo scudo che ti protegge, e la spada che ti fa trionfare? I tuoi nemici verranno a blandirti, e tu calpesterai le loro alture».
Quanto ai sacrifizi che m’offrono, immolano carne e la mangiano; l’Eterno non li gradisce. Ora l’Eterno si ricorderà della loro iniquità, e punirà i loro peccati; essi torneranno in Egitto.
Essi si sono profondamente corrotti come ai giorni di Ghibea! L’Eterno si ricorderà della loro iniquità, punirà i loro peccati.
Il Signore, l’Eterno l’ha giurato per sé stesso, dice l’Eterno, l’Iddio degli eserciti: Io detesto la magnificenza di Giacobbe, odio i suoi palazzi, e darò in man del nemico la città con tutto quel che contiene.