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Cantico di Asaf. Ascolta, popolo mio, il mio insegnamento; porgete gli orecchi alle parole della mia bocca! Per ben poco tempo il tuo popolo santo ha posseduto il paese; i nostri nemici han calpestato il tuo santuario. Ed egli mi disse: «Figliuol d’uomo, alza ora gli occhi verso il settentrione». Ed io alzai gli occhi verso il settentrione, ed ecco che al settentrione della porta dell’altare, all’ingresso, stava quell’idolo della gelosia. Ed egli mi disse: «Figliuol d’uomo, vedi tu quello che costoro fanno? le grandi abominazioni che la casa d’Israele commette qui, perché io m’allontani dal mio santuario? Ma tu vedrai ancora altre più grandi abominazioni». Ed egli mi condusse all’ingresso del cortile. Io guardai, ed ecco un buco nel muro. Allora egli mi disse: «Figliuol d’uomo, adesso fora il muro». E quand’io ebbi forato il muro, ecco una porta. Ed egli mi disse: «Entra, e guarda le scellerate abominazioni che costoro commettono qui». S’ingrandì, fino a giungere all’esercito del cielo; fece cader in terra parte di quell’esercito e delle stelle, e le calpestò. E in quel giorno avverrà che io farò di Gerusalemme una pietra pesante per tutti i popoli; tutti quelli che se la caricheranno addosso ne saranno malamente feriti, e tutte le nazioni della terra s’aduneranno contro di lei. E cadranno sotto il taglio della spada, e saran menati in cattività fra tutte le genti; e Gerusalemme sarà calpestata dai Gentili, finché i tempi de’ Gentili siano compiti.
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