Molte cose ho ancora da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata;
perché io vorrei che tutti gli uomini fossero come son io; ma ciascuno ha il suo proprio dono da Dio; l’uno in un modo, l’altro in un altro.
Ai celibi e alle vedove, però, dico che è bene per loro che se ne stiano come sto anch’io.
Ma se non si contengono, sposino; perché è meglio sposarsi che ardere.
Ma ai coniugi ordino non io ma il Signore, che la moglie non si separi dal marito,
(e se mai si separa, rimanga senza maritarsi o si riconcili col marito); e che il marito non lasci la moglie.
Ma agli altri dico io, non il Signore: Se un fratello ha una moglie non credente ed ella è contenta di abitar con lui, non la lasci;
e la donna che ha un marito non credente, s’egli consente ad abitar con lei, non lasci il marito;
perché il marito non credente è santificato nella moglie, e la moglie non credente è santificata nel marito credente; altrimenti i vostri figliuoli sarebbero impuri, mentre ora sono santi.
Però, se il non credente si separa, si separi pure; in tali casi, il fratello o la sorella non sono vincolati; ma Dio ci ha chiamati a vivere in pace;
perché, o moglie, che sai tu se salverai il marito? Ovvero tu, marito, che sai tu se salverai la moglie?
Del resto, ciascuno seguiti a vivere nella condizione assegnatagli dal Signore, e nella quale si trovava quando Iddio lo chiamò. E così ordino in tutte le chiese.