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Oracolo contro Tiro. Urlate, o navi di Tarsis! Poich’essa è distrutta; non più case! non più alcuno ch’entri in essa! Dalla terra di Kittim n’è giunta loro la notizia. Siate stupefatti, o abitanti della costa, che i mercanti di Sidon, passando il mare, affollavano! Attraverso le grandi acque, i grani del Nilo, la mèsse del fiume, eran la sua entrata; ell’era il mercato delle nazioni. Sii confusa, o Sidon! Poiché così parla il mare, la fortezza del mare: «Io non sono stata in doglie, e non ho partorito, non ho nutrito dei giovani, non ho allevato delle vergini». Quando la notizia giungerà in Egitto, tutti saranno addolorati a sentir le notizie di Tiro. Passate a Tarsis, urlate, o abitanti della costa! E’ questa la vostra città sempre gaia, la cui origine data dai giorni antichi? I suoi piedi la portavano in terre lontane a soggiornarvi. Chi mai ha decretato questo contro Tiro, la dispensatrice di corone, i cui mercanti erano i principi, i cui negozianti eran dei nobili della terra? E anche voi, che pretendete da me, Tiro e Sidone, e voi tutte, regioni di Filistia? Volete voi darmi una retribuzione, o volete far del male contro di me? Tosto, in un attimo, io farò ricadere la vostra retribuzione sul vostro capo, poiché avete preso il mio argento e il mio oro, e avete portato nei vostri templi il meglio delle mie cose preziose, e avete venduto ai figliuoli degli Javaniti i figliuoli di Giuda e i figliuoli di Gerusalemme, per allontanarli dai loro confini. Ecco, io li farò muovere dal luogo dove voi li avete venduti, e farò ricadere la vostra retribuzione sul vostro capo; e venderò i vostri figliuoli e le vostre figliuole ai figliuoli di Giuda, che li venderanno ai Sabei, nazione lontana; poiché l’Eterno ha parlato. Così parla l’Eterno: Per tre misfatti di Tiro, anzi per quattro, io non revocherò la mia sentenza. Perché han dato in mano ad Edom intere popolazioni, da loro menate in cattività, e non si sono ricordati del patto fraterno, io manderò dentro alle mura di Tiro un fuoco, che ne divorerà i palazzi. Essa si ferma pure sopra Hamath, ai confini di Damasco, su Tiro e Sidone perché son così savie! Tiro s’è costruita una fortezza, ed ha ammassato argento come polvere, e oro come fango di strada. Ecco, l’Eterno s’impadronirà di essa, getterà la sua potenza nel mare, ed essa sarà consumata dal fuoco. Or quando Mardocheo seppe tutto quello ch’era stato fatto, si stracciò le vesti, si coprì d’un sacco, si cosparse di cenere, e uscì fuori in mezzo alla città, mandando alte ed amare grida; Ed essendo la notizia giunta al re di Ninive, questi s’alzò dal trono, si tolse di dosso il manto, si coprì d’un sacco, e si mise a sedere sulla cenere. E per decreto del re e dei suoi grandi, fu pubblicato in Ninive un bando di questo tenore: «Uomini e bestie, armenti e greggi, non assaggino nulla; non si pascano e non bevano acqua; uomini e bestie si coprano di sacchi e gridino con forza a Dio; e ognuno si converta dalla sua via malvagia, e dalla violenza perpetrata dalle sue mani.
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