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Параллельные места
Or il quindicesimo giorno del settimo mese, quando avrete raccolto i frutti della terra, celebrerete una festa all’Eterno, durante sette giorni; il primo giorno sarà di completo riposo; e l’ottavo, di completo riposo. Il primo giorno prenderete del frutto di alberi d’ornamento: rami di palma, rami dalla verzura folta e salci de’ torrenti, e vi rallegrerete dinanzi all’Eterno, ch’è l’Iddio vostro, durante sette giorni. Celebrerete questa festa in onore dell’Eterno per sette giorni, ogni anno. E’ una legge perpetua, di generazione in generazione. La celebrerete il settimo mese. Dimorerete in capanne durante sette giorni; tutti quelli che saranno nativi d’Israele dimoreranno in capanne, affinché i vostri discendenti sappiano che io feci dimorare in capanne i figliuoli d’Israele, quando li trassi fuori dal paese d’Egitto. Io sono l’Eterno, l’Iddio vostro». Esdra, lo scriba, stava sopra una tribuna di legno, ch’era stata fatta apposta, e accanto a lui stavano, a destra, Mattithia, Scema, Anania, Uria, Hilkia e Maaseia; a sinistra, Pedaia, Mishael, Malkia, Hashum, Hashbaddana, Zaccaria e Meshullam. Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava in luogo più eminente; e, com’ebbe aperto il libro, tutto il popolo s’alzò in piedi. Esdra benedisse l’Eterno, l’Iddio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; e s’inchinarono, e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi all’Eterno. Jeshua, Bani, Scerebia, Jamin, Akkub, Shabbethai, Hodia, Maaseia, Kelita, Azaria, Jozabad, Hanan, Pelaia e gli altri Leviti spiegavano la legge al popolo, e il popolo stava in piedi al suo posto. Essi leggevano nel libro della legge di Dio distintamente; e ne davano il senso, per far capire ai popolo quel che s’andava leggendo. Nehemia, ch’era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i Leviti che ammaestravano il popolo, dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato all’Eterno, al vostro Dio; non fate cordoglio e non piangete!» Poiché tutto il popolo piangeva, ascoltando le parole della legge. Poi Nehemia disse loro: «Andate, mangiate vivande grasse e bevete vini dolci, e mandate delle porzioni a quelli che nulla hanno di preparato per loro; perché questo giorno è consacrato al Signor nostro; non v’attristate; perché il gaudio dell’Eterno è la vostra forza». I Leviti facevano far silenzio a tutto il popolo, dicendo: «Tacete, perché questo giorno è santo; non v’attristate!» E tutto il popolo se n’andò a mangiare, a bere, a mandar porzioni ai poveri, e a far gran festa, perché aveano intese le parole ch’erano state loro spiegate. Il secondo giorno, i capi famiglia di tutto il popolo, i sacerdoti e i Leviti si raunarono presso Esdra, lo scriba, per esaminare le parole della legge. E trovarono scritto nella legge che l’Eterno avea data per mezzo di Mosè, che i figliuoli d’Israele doveano dimorare in capanne durante la festa del settimo mese, e che in tutte le loro città e in Gerusalemme si dovea pubblicar questo bando: «Andate al monte, e portatene rami d’ulivo, rami d’ulivastro, rami di mirto, rami di palma e rami d’alberi ombrosi, per fare delle capanne, come sta scritto». Allora il popolo andò fuori, portò i rami, e si fecero ciascuno la sua capanna sul tetto della propria casa, nei loro cortili, nei cortili della casa di Dio, sulla piazza della porta delle Acque, e sulla piazza della porta d’Efraim. Così tutta la raunanza di quelli ch’eran tornati dalla cattività si fece delle capanne, e dimorò nelle capanne. Dal tempo di Giosuè, figliuolo di Nun, fino a quel giorno, i figliuoli d’Israele non avean più fatto nulla di simile. E vi fu grandissima allegrezza. Ed Esdra fece la lettura del libro della legge di Dio ogni giorno, dal primo all’ultimo; la festa si celebrò durante sette giorni, e l’ottavo vi fu solenne raunanza, com’è ordinato. Io, io sono l’Eterno, e fuori di me non v’è salvatore. Quando Israele era fanciullo, io l’amai, e fin dall’Egitto, chiamai il mio figliuolo. Eppure, io sono l’Eterno, il tuo Dio, fin dal paese d’Egitto; e tu non devi riconoscere altro Dio fuori di me, e fuori di me non c’è altro salvatore.
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