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Параллельные места
Joas si addormentò coi suoi padri, e Geroboamo salì sul trono di lui. E Joas fu sepolto a Samaria coi re d’Israele. L’anno quindicesimo di Amatsia, figliuolo di Joas, re di Giuda, cominciò a regnare a Samaria Geroboamo, figliuolo di Joas, re d’Israele; e regnò quarantun anni. Egli fece quello ch’è male agli occhi dell’Eterno; non si ritrasse da alcuno dei peccati coi quali Geroboamo, figliuolo di Nebat, avea fatto peccare Israele. Egli ristabilì i confini d’Israele dall’ingresso di Hamath al mare della pianura, secondo la parola che l’Eterno, l’Iddio d’Israele, avea pronunziata per mezzo del suo servitore il profeta Giona, figliuolo di Amittai, che era di Gath-Hefer. Poiché l’Eterno vide che l’afflizione d’Israele era amarissima, che schiavi e liberi eran ridotti all’estremo, e che non c’era più alcuno che soccorresse Israele. L’Eterno non avea parlato ancora di cancellare il nome d’Israele di disotto al cielo; quindi li salvò, per mano di Geroboamo, figliuolo di Joas. Il rimanente delle azioni di Geroboamo, e tutto quello che fece, e il suo valore in guerra, e come riconquistò a Israele Damasco e Hamath che aveano appartenuto a Giuda, si trova scritto nel libro delle Cronache dei re d’Israele. Geroboamo si addormentò coi suoi padri, i re d’Israele; e Zaccaria, suo figliuolo, regnò in luogo suo. L’anno ventisettesimo di Geroboamo, re d’Israele, cominciò a regnare Azaria, figliuolo di Amatsia, re di Giuda. Avea sedici anni quando cominciò a regnare, e regnò cinquantadue anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Jecolia, ed era di Gerusalemme. Egli fece ciò ch’è giusto agli occhi dell’Eterno, interamente come avea fatto Amatsia suo padre. Nondimeno, gli alti luoghi non furon soppressi; il popolo continuava ad offrire sacrifizi e profumi sugli alti luoghi. E l’Eterno colpì il re, che fu lebbroso fino al giorno della sua morte e visse nell’infermeria; e Jotham, figliuolo del re, era a capo della casa reale e rendea giustizia al popolo del paese. Il rimanente delle azioni di Azaria, e tutto quello che fece, trovasi scritto nel libro delle Cronache dei re di Giuda. Azaria si addormentò coi suoi padri, e coi suoi padri lo seppellirono nella città di Davide; e Jotham, suo figliuolo, regnò in luogo suo. L’anno diciassettesimo di Pekah, figliuolo di Remalia, cominciò a regnare Achaz, figliuolo di Jotham, re di Giuda. Achaz avea venti anni quando cominciò a regnare, e regnò sedici anni a Gerusalemme. Egli non fece ciò ch’è giusto agli occhi dell’Eterno, il suo Dio, come avea fatto Davide suo padre; ma seguì la via dei re d’Israele, e fece perfino passare il suo figliuolo per il fuoco, seguendo le abominazioni delle genti che l’Eterno avea cacciate d’innanzi ai figliuoli d’Israele; e offriva sacrifizi e profumi sugli alti luoghi, sulle colline, e sotto ogni albero verdeggiante. Allora Retsin, re di Siria, e Pekah, figliuolo di Remalia, re d’Israele, salirono contro Gerusalemme per assalirla; e vi assediarono Achaz, ma non riuscirono a vincerlo. In quel tempo, Retsin, re di Siria, riconquistò Elath alla Siria, e cacciò i Giudei da Elath, e i Siri entrarono in Elath, dove sono rimasti fino al dì d’oggi. Achaz inviò dei messi a Tiglath-Pileser, re degli Assiri, per dirgli: «Io son tuo servo e tuo figliuolo; sali qua e liberami dalle mani del re di Siria e dalle mani del re d’Israele, che sono sorti contro di me». E Achaz prese l’argento e l’oro che si poté trovare nella casa dell’Eterno e nei tesori della casa reale, e li mandò in dono al re degli Assiri. Il re d’Assiria gli diè ascolto; salì contro Damasco, la prese, ne menò gli abitanti in cattività a Kir, e fece morire Retsin. E il re Achaz andò a Damasco, incontro a Tiglath-Pileser, re d’Assiria; e avendo veduto l’altare ch’era a Damasco, il re Achaz mandò al sacerdote Uria il disegno e il modello di quell’altare, in tutti i suoi particolari. E il sacerdote Uria costruì un altare, esattamente secondo il modello che il re Achaz gli avea mandato da Damasco; e il sacerdote Uria lo costruì prima del ritorno del re Achaz da Damasco. Al suo ritorno da Damasco, il re vide l’altare, vi s’accostò, vi salì, vi fece arder sopra il suo olocausto e la sua offerta, vi versò la sua libazione, e vi sparse il sangue dei suoi sacrifizi di azioni di grazie. L’altare di rame, ch’era dinanzi all’Eterno, perché non fosse fra il nuovo altare e la casa dell’Eterno, lo pose allato al nuovo altare, verso settentrione. E il re Achaz diede quest’ordine al sacerdote Uria: «Fa’ fumare sull’altar grande l’olocausto del mattino e l’oblazione della sera, l’olocausto del re e la sua oblazione, gli olocausti di tutto il popolo del paese e le sue oblazioni; versavi le loro libazioni, e spandivi tutto il sangue degli olocausti e tutto il sangue dei sacrifizi; quanto all’altare di rame toccherà a me a pensarvi». E il sacerdote Uria fece tutto quello che il re Achaz gli avea comandato. Il re Achaz spezzò anche i riquadri delle basi, e ne tolse le conche che v’eran sopra; trasse giù il mare di su i buoi di rame che lo reggevano, e lo posò sopra un pavimento di pietra. Mutò pure, nella casa dell’Eterno, a motivo del re d’Assiria, il portico del sabato ch’era stato edificato nella casa, e l’ingresso esterno riserbato al re. Il rimanente delle azioni compiute da Achaz si trova scritto nel libro delle Cronache dei re di Giuda. Achaz si addormentò coi suoi padri, e coi suoi padri fu sepolto nella città di Davide. Ed Ezechia, suo figliuolo, regnò in luogo suo. Or l’anno terzo di Hosea, figliuolo d’Ela, re d’Israele, cominciò a regnare Ezechia, figliuolo di Achaz, re di Giuda. Avea venticinque anni quando cominciò a regnare, e regnò ventinove anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Abi, figliuola di Zaccaria. Egli fece ciò ch’è giusto agli occhi dell’Eterno, interamente come avea fatto Davide suo padre. Soppresse gli alti luoghi, frantumò le statue, abbatté l’idolo d’Astarte, e fece a pezzi il serpente di rame che Mosè avea fatto; perché i figliuoli d’Israele gli aveano fino a quel tempo offerto profumi; ei lo chiamò Nehushtan. Egli ripose la sua fiducia nell’Eterno, nell’Iddio d’Israele; e fra tutti i re di Giuda che vennero dopo di lui o che lo precedettero non ve ne fu alcuno simile a lui. Si tenne unito all’Eterno, non cessò di seguirlo, e osservò i comandamenti che l’Eterno avea dati Mosè. E l’Eterno fu con Ezechia, che riusciva in tutte le sue imprese. Si ribellò al re d’Assiria, e non gli fu più soggetto; sconfisse i Filistei fino a Gaza, e ne devastò il territorio, dalle torri dei guardiani alle città fortificate. Il quarto anno del re Ezechia, ch’era il settimo anno di Hosea, figliuolo d’Ela re d’Israele, Shalmaneser, re d’Assiria, salì contro Samaria e l’assediò. In capo a tre anni, la prese; il sesto anno di Ezechia, ch’era il nono anno di Hosea, re d’Israele, Samaria fu presa. E il re d’Assiria trasportò gl’Israeliti in Assiria, e li collocò in Halah, e sullo Habor, fiume di Gozan, e nelle città dei Medi, perché non aveano ubbidito alla voce dell’Eterno, dell’Iddio loro, ed aveano trasgredito il suo patto, cioè tutto quello che Mosè, servo dell’Eterno, avea comandato; essi non l’aveano né ascoltato, né messo in pratica. Or il quattordicesimo anno del re Ezechia, Sennacherib, re d’Assiria, salì contro tutte le città fortificate di Giuda, e le prese. Ed Ezechia, re di Giuda, mandò a dire al re d’Assiria a Lakis: «Ho mancato; ritirati da me, ed io mi sottometterò a tutto quello che m’imporrai». E il re d’Assiria impose ad Ezechia, re di Giuda, trecento talenti d’argento e trenta talenti d’oro. Ezechia diede tutto l’argento che si trovava nella casa dell’Eterno, e nei tesori della casa del re. E fu allora che Ezechia, re di Giuda, staccò dalle porte del tempio dell’Eterno e dagli stipiti le lame d’oro di cui egli stesso li avea ricoperti, e le diede al re d’Assiria. E il re d’Assiria mandò ad Ezechia da Lakis a Gerusalemme, Tartan, Rabsaris e Rabshaké con un grande esercito. Essi salirono e giunsero a Gerusalemme. E, come furon giunti, vennero a fermarsi presso l’acquedotto dello stagno superiore, che è sulla strada del campo del lavator di panni. Chiamarono il re; ed Eliakim, figliuolo di Hilkia, prefetto del palazzo, si recò da loro con Scebna, il segretario e Joah figliuolo di Asaf, l’archivista. E Rabshaké disse loro: «Andate a dire ad Ezechia: Così parla il gran re, il re d’Assiria: Che fiducia è cotesta che tu hai? Tu dici che consiglio e forza per far la guerra non son che parole vane; ma in chi metti la tua fiducia per ardire di ribellarti a me? Jotham avea venticinque anni quando cominciò a regnare, e regnò sedici anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Jerusha, figliuola di Tsadok. Egli fece ciò ch’è giusto agli occhi dell’Eterno, interamente come avea fatto Uzzia suo padre; soltanto non entrò nel tempio dell’Eterno, e il popolo continuava a corrompersi. Egli costruì la porta superiore della casa dell’Eterno, e fece molti lavori sulle mura di Ofel. Costruì parimente delle città nella contrada montuosa di Giuda, e dei castelli e delle torri nelle foreste. E mosse guerra al re de’ figliuoli di Ammon, e vinse gli Ammoniti. I figliuoli di Ammon gli diedero quell’anno cento talenti d’argento, diecimila cori di grano e diecimila d’orzo; e altrettanto gli pagarono il secondo e il terzo anno. Così Jotham divenne potente, perché camminò con costanza nel cospetto dell’Eterno, del suo Dio. Il rimanente delle azioni di Jotham, tutte le sue guerre e le sue imprese si trovano scritte nel libro dei re d’Israele e di Giuda. Avea venticinque anni quando cominciò a regnare, e regnò sedici anni a Gerusalemme. Jotham s’addormentò coi suoi padri, e fu sepolto nella città di Davide. Ed Achaz, suo figliuolo, regnò in luogo suo. Achaz avea vent’anni quando cominciò a regnare, e regnò sedici anni a Gerusalemme. Egli non fece ciò ch’è giusto agli occhi dell’Eterno, come avea fatto Davide suo padre; ma seguì la via dei re d’Israele, e fece perfino delle immagini di getto per i Baali, bruciò dei profumi nella valle del figliuolo di Hinnom, ed arse i suoi figliuoli nel fuoco, seguendo le abominazioni delle genti che l’Eterno avea cacciate d’innanzi ai figliuoli d’Israele; e offriva sacrifizi e profumi sugli alti luoghi, sulle colline, e sotto ogni albero verdeggiante. Perciò l’Eterno, il suo Dio, lo die’ nelle mani del re di Siria; e i Siri lo sconfissero, e gli presero un gran numero di prigionieri che menarono a Damasco. E fu anche dato in mano del re d’Israele, che gl’inflisse una grande sconfitta. Infatti Pekah, figliuolo di Remalia, uccise in un giorno, in Giuda, centoventimila uomini, tutta gente valorosa, perché aveano abbandonato l’Eterno, l’Iddio dei loro padri. Zicri, un prode d’Efraim, uccise Maaseia, figliuolo del re, Azrikam, maggiordomo della casa reale, ed Elkana, che teneva il secondo posto dopo il re. E i figliuoli d’Israele menaron via, di tra i loro fratelli, duecentomila prigionieri, fra donne, figliuoli e figliuole; e ne trassero pure una gran preda, che portarono a Samaria. Or v’era quivi un profeta dell’Eterno, per nome Oded. Egli uscì incontro all’esercito che tornava a Samaria, e disse loro: «Ecco, l’Eterno, l’Iddio de’ vostri padri, nella sua ira contro Giuda, ve li ha dati nelle mani; e voi li avete uccisi con tal furore, ch’è giunto fino al cielo. Ed ora, pretendete di sottomettervi come schiavi e come schiave i figliuoli e le figliuole di Giuda e di Gerusalemme! Ma voi, voi stessi, non siete forse colpevoli verso l’Eterno, l’Iddio vostro? Ascoltatemi dunque, e rimandate i prigionieri che avete fatti tra i vostri fratelli; poiché l’ardente ira dell’Eterno vi sovrasta». Allora alcuni tra i capi de’ figliuoli d’Efraim, Azaria figliuolo di Johanan, Berekia figliuolo di Mescillemoth, Ezechia figliuolo di Shallum e Amasa figliuolo di Hadlai, sorsero contro quelli che tornavano dalla guerra, e dissero loro: «Voi non menerete qua dentro i prigionieri; perché voi vi proponete cosa che ci renderà colpevoli dinanzi all’Eterno, accrescendo il numero dei nostri peccati e delle nostre colpe; poiché noi siamo già grandemente colpevoli, e l’ira dell’Eterno arde contro Israele». Allora i soldati abbandonarono i prigionieri e la preda in presenza dei capi e di tutta la raunanza. E gli uomini già ricordati per nome si levarono e presero i prigionieri; del bottino si servirono per rivestire tutti quelli di loro ch’erano ignudi; li rivestirono, li calzarono, diedero loro da mangiare e da bere, li unsero, condussero sopra degli asini tutti quelli che cascavan dalla fatica, e li menarono a Gerico, la città delle palme, dai loro fratelli; poi se ne tornarono a Samaria. In quel tempo, il re Achaz mandò a chieder soccorso ai re d’Assiria. Or gli Edomiti eran venuti di nuovo, aveano sconfitto Giuda e menati via de’ prigionieri. I Filistei pure aveano invaso le città della pianura e del mezzogiorno di Giuda, e avean preso Beth-Scemesh, Ajalon, Ghederoth, Soco e le città che ne dipendevano, Timnah e le città che ne dipendevano, Ghimzo e le città che ne dipendevano, e vi s’erano stabiliti. Poiché l’Eterno aveva umiliato Giuda a motivo di Achaz, re d’Israele, perché avea rotto ogni freno in Giuda, e avea commesso ogni sorta d’infedeltà contro l’Eterno. E Tilgath-Pilneser, re d’Assiria, mosse contro di lui, lo ridusse alle strette, e non lo sostenne affatto. Poiché Achaz avea spogliato la casa dell’Eterno, la casa del re e dei capi, e avea dato tutto al re d’Assiria; ma a nulla gli era giovato. E nel tempo in cui si trovava alle strette, questo medesimo re Achaz continuò più che mai a commettere delle infedeltà contro l’Eterno. Offrì dei sacrifizi agli dèi di Damasco, che l’aveano sconfitto, e disse: «Giacché gli dèi dei re di Siria aiutan quelli, io offrirò loro de’ sacrifizi ed aiuteranno anche me». Ma furono invece la rovina di lui e di tutto Israele. Achaz radunò gli utensili della casa di Dio, fece a pezzi gli utensili della casa di Dio, chiuse le porte della casa dell’Eterno, si fece degli altari a tutte le cantonate di Gerusalemme, e stabilì degli alti luoghi in ognuna delle città di Giuda per offrire dei profumi ad altri dèi. Così provocò ad ira l’Eterno, l’Iddio de’ suoi padri. Il rimanente delle sue azioni e di tutti i suoi portamenti, i primi e gli ultimi, si trova scritto nel libro dei re di Giuda e d’Israele. Achaz si addormentò coi suoi padri, e fu sepolto in città, a Gerusalemme, perché non lo vollero mettere nei sepolcri dei re d’Israele. Ed Ezechia, suo figliuolo, regnò in luogo suo. La visione d’Isaia, figliuolo d’Amots, ch’egli ebbe relativamente a Giuda e a Gerusalemme ai giorni di Uzzia, di Jotham, di Achaz e di Ezechia, re di Giuda. Parole di Amos, uno dei pastori di Tekoa, rivelategli in visione, intorno ad Israele, ai giorni di Uzzia, re di Giuda, e ai giorni di Geroboamo, figliuolo di Joas, re d’Israele, due anni prima del terremoto. La parola dell’Eterno che fu rivolta a Michea, il Morashtita, ai giorni di Jotham, di Achaz e di Ezechia, re di Giuda, e ch’egli ebbe in visione intorno a Samaria e a Gerusalemme. Così Egli dice anche in Osea: Io chiamerò mio popolo quello che non era mio popolo, e «amata» quella che non era amata;
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