Ma interroga un po’ gli animali, e te lo insegneranno; gli uccelli del cielo, e te lo mostreranno;
o parla alla terra ed essa te lo insegnerà, e i pesci del mare te lo racconteranno.
Chi non sa, fra tutte queste creature, che la mano dell’Eterno ha fatto ogni cosa,
L’Eterno è la mia ròcca, la mia fortezza, il mio liberatore; il mio Dio, la mia rupe, in cui mi rifugio, il mio scudo, il mio potente salvatore, il mio alto ricetto.
Io invocai l’Eterno ch’è degno d’ogni lode e fui salvato dai miei nemici.
I legami della morte m’aveano circondato e i torrenti della distruzione m’aveano spaventato.
I legami del soggiorno de’ morti m’aveano attorniato, i lacci della morte m’aveano còlto.
Nella mia distretta invocai l’Eterno e gridai al mio Dio. Egli udì la mia voce dal suo tempio e il mio grido pervenne a lui, ai suoi orecchi.
Allora la terra fu scossa e tremò, i fondamenti de’ monti furono smossi e scrollati; perch’egli era acceso d’ira.
Infatti, quando i Gentili che non hanno legge, adempiono per natura le cose della legge, essi, che non hanno legge, son legge a se stessi;
essi mostrano che quel che la legge comanda è scritto nei loro cuori per la testimonianza che rende loro la coscienza, e perché i loro pensieri si accusano od anche si scusano a vicenda.