Ma se un uomo odia il suo prossimo, gli tende insidie, l’assale, lo percuote in modo da cagionargli la morte, e poi si rifugia in una di quelle città,
gli anziani della sua città lo manderanno a trarre di là, e lo daranno nelle mani del vindice del sangue affinché sia messo a morte.
E la notizia ne giunse a Joab, il quale avea seguito il partito di Adonija, benché non avesse seguito quello di Absalom. Egli si rifugiò nel tabernacolo dell’Eterno, e impugnò i corni dell’altare.
E fu detto al re Salomone: «Joab s’è rifugiato nel tabernacolo dell’Eterno, e sta presso l’altare». Allora Salomone mandò Benaia, figliuolo di Jehoiada, dicendogli: «Va’, avventati contro di lui!»
Benaia entrò nel tabernacolo dell’Eterno, e disse a Joab: «Così dice il re: Vieni fuori!» Quegli rispose: «No! voglio morir qui!» E Benaia riferì la cosa al re, dicendo: «Così ha parlato Joab e così m’ha risposto».
E il re gli disse: «Fa’ com’egli ha detto; avventati contro di lui e seppelliscilo; così toglierai d’addosso a me ed alla casa di mio padre il sangue che Joab sparse senza motivo.
E l’Eterno farà ricadere sul capo di lui il sangue ch’egli sparse, quando s’avventò contro due uomini più giusti e migliori di lui, e li uccise di spada, senza che Davide mio padre ne sapesse nulla: Abner, figliuolo di Ner, capitano dell’esercito d’Israele, e Amasa, figliuolo di Jether, capitano dell’esercito di Giuda.
Il loro sangue ricadrà sul capo di Joab e sul capo della sua progenie in perpetuo, ma vi sarà pace per sempre, da parte dell’Eterno, per Davide, per la sua progenie, per la sua casa e per il suo trono».
Allora Benaia, figliuolo di Jehoiada, salì, s’avventò contro a lui e lo mise a morte; e Joab fu sepolto in casa sua nel deserto.
Perché, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non resta più alcun sacrificio per i peccati;