Parlò degli alberi, dal cedro del Libano all’issopo che spunta dalla muraglia; parlò pure degli animali, degli uccelli, dei rettili, dei pesci.
E Rabshaké disse loro: «Andate a dire ad Ezechia: Così parla il gran re, il re d’Assiria: Che fiducia è cotesta che tu hai?
In quel giorno, si dirà: «Ecco, questo è il nostro Dio: in lui abbiamo sperato, ed egli ci ha salvati. Questo è l’Eterno in cui abbiamo sperato; esultiamo, rallegriamoci per la sua salvezza!»
finché su noi sia sparso lo spirito dall’alto e il deserto divenga un frutteto, e il frutteto sia considerato come una foresta.
e i riscattati dall’Eterno torneranno, verranno a Sion con canti di gioia; un’allegrezza eterna coronerà il loro capo; otterranno gioia e letizia, e il dolore ed il gemito fuggiranno.
La gloria del Libano verrà a te, il cipresso, il platano e il larice verranno assieme per ornare il luogo del mio santuario, ed io renderò glorioso il luogo ove posano i miei piedi.
E la Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiam contemplata la sua gloria, gloria come quella dell’Unigenito venuto da presso al Padre.