«Prima ch’io ti avessi formato nel seno di tua madre, io t’ho conosciuto; e prima che tu uscissi dal suo seno, io t’ho consacrato e t’ho costituito profeta delle nazioni».
E io risposi: «Ahimè, Signore, Eterno, io non so parlare, poiché non sono che un fanciullo».
Ma l’Eterno mi disse: «Non dire: Sono un fanciullo, poiché tu andrai da tutti quelli ai quali ti manderò, e dirai tutto quello che io ti comanderò.
Non li temere, perché io son teco per liberarti, dice l’Eterno».
A chi parlerò io, chi prenderò a testimonio perché m’ascolti? Ecco, l’orecchio loro è incirconciso, ed essi sono incapaci di prestare attenzione; ecco, la parola dell’Eterno è diventata per loro un obbrobrio, e non vi trovano più alcun piacere.
E il re Sedekia disse a Geremia: «Io temo que’ Giudei che si sono arresi ai Caldei, ch’io non abbia ad esser dato nelle loro mani, e ch’essi non mi scherniscano».
Io son diventato lo scherno di tutto il mio popolo, la sua canzone di tutto il giorno.
Ma, quanto a me, io son pieno di forza, dello spirito dell’Eterno, di retto giudizio e di coraggio, per far conoscere a Giacobbe la sua trasgressione, e ad Israele il suo peccato.