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Osserverai la festa degli azzimi. Per sette giorni mangerai pane senza lievito, come te l’ho ordinato, al tempo stabilito del mese di Abib, perché in quel mese tu uscisti dal paese d’Egitto; e nessuno comparirà dinanzi a me a mani vuote. Osserverai la festa della mietitura, delle primizie del tuo lavoro, di quello che avrai seminato nei campi; e la festa della raccolta, alla fine dell’anno, quando avrai raccolto dai campi i frutti del tuo lavoro. «Parla ai figliuoli d’Israele, e di’ loro: Il quindicesimo giorno di questo settimo mese sarà la festa delle Capanne, durante sette giorni, in onore dell’Eterno. E Balaam rispose a Balak: «E non dissi io, fin da principio, agli ambasciatori che mi mandasti: Quand’anche Balak mi desse la sua casa piena d’argento e d’oro, non potrei trasgredire l’ordine dell’Eterno per far di mia iniziativa alcun che di bene o di male; ciò che l’Eterno dirà, quello dirò? Ed ora, ecco, io me ne vado al mio popolo; vieni, io t’annunzierò ciò che questo popolo farà al popolo tuo nei giorni avvenire». Allora Balaam pronunziò il suo oracolo e disse: «Così dice Balaam, figliuolo di Beor; così dice l’uomo che ha l’occhio aperto, così dice colui che ode le parole di Dio, che conosce la scienza dell’Altissimo, che contempla la visione dell’Onnipotente, colui che si prostra e a cui s’aprono gli occhi: Lo vedo, ma non ora; lo contemplo, ma non vicino: un astro sorge da Giacobbe, e uno scettro s’eleva da Israele, che colpirà Moab da un capo all’altro e abbatterà tutta quella razza turbolenta. S’impadronirà di Edom, s’impadronirà di Seir, suo nemico; Israele farà prodezze. Da Giacobbe verrà un dominatore che sterminerà i superstiti delle città. Balaam vide anche Amalek, e pronunziò il suo oracolo, dicendo: »Amalek è la prima delle nazioni ma il suo avvenire fa capo alla rovina«. Vide anche i Kenei, e pronunziò il suo oracolo, dicendo: »La tua dimora è solida e il tuo nido è posto nella roccia; nondimeno, il Keneo dovrà essere devastato, finché l’Assiro ti meni in cattività«. Poi pronunziò di nuovo il suo oracolo e disse: »Ahimè! Chi sussisterà quando Iddio avrà stabilito colui? Ma delle navi verranno dalle parti di Kittim e umilieranno Assur, umilieranno Eber, ed egli pure finirà per esser distrutto". Poi Balaam si levò, partì e se ne tornò a casa sua; e Balak pure se ne andò per la sua strada. E trovarono scritto nella legge che l’Eterno avea data per mezzo di Mosè, che i figliuoli d’Israele doveano dimorare in capanne durante la festa del settimo mese, e che in tutte le loro città e in Gerusalemme si dovea pubblicar questo bando: «Andate al monte, e portatene rami d’ulivo, rami d’ulivastro, rami di mirto, rami di palma e rami d’alberi ombrosi, per fare delle capanne, come sta scritto». Allora il popolo andò fuori, portò i rami, e si fecero ciascuno la sua capanna sul tetto della propria casa, nei loro cortili, nei cortili della casa di Dio, sulla piazza della porta delle Acque, e sulla piazza della porta d’Efraim. Così tutta la raunanza di quelli ch’eran tornati dalla cattività si fece delle capanne, e dimorò nelle capanne. Dal tempo di Giosuè, figliuolo di Nun, fino a quel giorno, i figliuoli d’Israele non avean più fatto nulla di simile. E vi fu grandissima allegrezza. E avverrà che tutti quelli che saran rimasti di tutte le nazioni venute contro Gerusalemme, saliranno d’anno in anno a prostrarsi davanti al Re, all’Eterno degli eserciti, e a celebrare la festa delle Capanne.
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