E Jehu, figliuolo di Jehoshafat, figliuolo di Nimsci, fece una congiura contro Joram. Or Joram, con tutto Israele, stava difendendo Ramoth di Galaad contro Hazael, re di Siria;
ma il re Joram era tornato a Izreel per farsi curare delle ferite che avea ricevuto dai Siri, combattendo contro Hazael, re di Siria. E Jehu disse: «Se così vi piace, nessuno esca e fugga dalla città per andare a portar la nuova a Izreel».
Poi Jehu montò sopra un carro e partì per Izreel, perché quivi si trovava Joram allettato; e Achazia, re di Giuda, v’era sceso per visitare Joram.
Or la sentinella che stava sulla torre di Izreel, scòrse la schiera numerosa di Jehu che veniva, e disse: «Vedo una schiera numerosa!» Joram disse: «Prendi un cavaliere, e mandalo incontro a coloro a dire: »Recate pace?«
Un uomo a cavallo andò dunque incontro a Jehu, e gli disse: »Così dice il re: Recate pace?« Jehu rispose: »Che importa a te della pace? Passa dietro a me«. E la sentinella fece il suo rapporto, dicendo: »Il messo è giunto fino a loro, ma non torna indietro«.
Allora Joram mandò un secondo cavaliere che, giunto da coloro, disse: »Così dice il re: Recate pace?« Jehu rispose: »Che importa a te della pace? Passa dietro a me«.
E la sentinella fece il suo rapporto, dicendo: »Il messo è giunto fino a loro, e non torna indietro. A vederlo guidare, si direbbe che è Jehu, figliuolo di Nimsci; perché va a precipizio«.
Allora Joram disse: »Allestite il carro!« E gli allestirono il carro. E Joram, re d’Israele, e Achazia, re di Giuda, uscirono ciascuno sul suo carro per andare incontro a Jehu, e lo trovarono nel campo di Naboth d’Izreel.
E come Joram ebbe veduto Jehu, gli disse: »Jehu rechi tu pace?« Jehu rispose: »Che pace vi può egli essere finché duran le fornicazioni di Izebel, tua madre, e le tante sue stregonerie?«
Allora Joram voltò indietro, e si die’ alla fuga, dicendo ad Achazia: »Siam traditi, Achazia!«
Ma Jehu impugnò l’arco e colpì Joram fra le spalle, sì che la freccia gli uscì pel cuore, ed egli stramazzò nel suo carro.
Allora Jehu scrisse loro una seconda lettera, nella quale diceva: «Se voi siete per me e volete ubbidire alla mia voce, prendete le teste di quegli uomini, de’ figliuoli del vostro signore, e venite da me, domani a quest’ora, a Izreel». Or i figliuoli del re, in numero di settanta, stavano dai magnati della città, che li educavano.