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Anatoth e il suo contado, e Almon e il suo contado: quattro città. Nondimeno, uno de’ figliuoli di Ahimelec, figliuolo di Ahitub, di nome Abiathar, scampò e si rifugiò presso Davide. Abiathar riferì a Davide che Saul aveva ucciso i sacerdoti dell’Eterno. E Davide disse ad Abiathar: «Io sapevo bene, quel giorno che Doeg, l’Idumeo, era là, ch’egli avrebbe senza dubbio avvertito Saul; io son causa della morte di tutte le persone della famiglia di tuo padre. Resta con me, non temere; chi cerca la mia vita cerca la tua; con me sarai al sicuro». Quando Abiathar, figliuolo di Ahimelec, si rifugiò presso Davide a Keila, portò seco l’efod. Ed ecco venire anche Tsadok con tutti i Leviti, i quali portavano l’arca del patto di Dio. E mentre Abiathar saliva, essi posarono l’arca di Dio, finché tutto il popolo non ebbe finito di uscir dalla città. E il re disse a Tsadok: «Riporta in città l’arca di Dio! Se io trovo grazia agli occhi dell’Eterno, egli mi farà tornare, e mi farà vedere l’arca e la dimora di lui; ma se dice: Io non ti gradisco eccomi; faccia egli di me quello che gli parrà». Il re disse ancora al sacerdote Tsadok: «Capisci? Torna in pace in città con i due vostri figliuoli: Ahimaats, tuo figliuolo, e Gionathan, figliuolo di Abiathar. Guardate, io aspetterò nelle pianure del deserto, finché mi sia recata qualche notizia da parte vostra». Così Tsadok ed Abiathar riportarono a Gerusalemme l’arca di Dio, e dimorarono quivi.
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