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Or il quattrocentottantesimo anno dopo l’uscita dei figliuoli d’Israele dal paese d’Egitto, nel quarto anno del suo regno sopra Israele, nel mese di Ziv, che è il secondo mese, Salomone cominciò a costruire la casa consacrata all’Eterno. E Dio disse: «Prendi ora il tuo figliuolo, il tuo unico, colui che ami, Isacco, e vattene nel paese di Moriah, e offrilo quivi in olocausto sopra uno dei monti che ti dirò». E Abrahamo pose nome a quel luogo Iehovah-jireh. Per questo si dice oggi: «Al monte dell’Eterno sarà provveduto». E Dio mandò un angelo a Gerusalemme per distruggerla; e come questi si disponeva a distruggerla, l’Eterno gettò su di lei lo sguardo, si pentì della calamità che avea inflitta, e disse all’angelo distruttore: «Basta; ritieni ora la tua mano!» Or l’angelo dell’Eterno si trovava presso l’aia di Ornan, il Gebuseo. Allora l’angelo dell’Eterno ordinò a Gad di dire a Davide che salisse ad erigere un altare all’Eterno nell’aia di Ornan, il Gebuseo. In quel tempo Davide, vedendo che l’Eterno lo aveva esaudito nell’aia d’Ornan, il Gebuseo, vi offriva dei sacrifizi.
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