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Allora il re, vivamente commosso, salì nella camera che era sopra la porta, e pianse; e, nell’andare, diceva: «Absalom figliuolo mio! Figliuolo mio, Absalom figliuol mio! Oh foss’io pur morto in vece tua, o Absalom figliuolo mio, figliuolo mio!»
nondimeno, perdona ora il loro peccato! Se no, deh, cancellami dal tuo libro che hai scritto!»
E il re s’era coperto la faccia, e ad alta voce gridava: «Absalom figliuol mio! Absalom figliuol mio, figliuol mio!»
perché vorrei essere io stesso anatema, separato da Cristo, per amor dei miei fratelli, miei parenti secondo la carne,