Salutate Andronico e Giunio, miei parenti e compagni di prigione, i quali sono segnalati fra gli apostoli, e anche sono stati in Cristo prima di me.
Perciò siamo stati consolati; e oltre a questa nostra consolazione ci siamo più che mai rallegrati per l’allegrezza di Tito, perché il suo spirito è stato ricreato da voi tutti.
Ho pregato Tito di venire da voi, e ho mandato quell’altro fratello con lui. Tito si è forse approfittato di voi? Non abbiam noi camminato col medesimo spirito e seguito le medesime orme?
Però ho stimato necessario di mandarvi Epafròdito, mio fratello, mio collaboratore e commilitone, inviatomi da voi per supplire ai miei bisogni,